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‘Love me gender’: ora c’è pure il programma tv che parla di amore Lgbt

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‘Love me gender’: ora c’è pure il programma tv che parla di amore Lgbt

venerdì 05 Luglio 2019 - 11:52
‘Love me gender’: ora c’è pure  il programma tv che parla di amore Lgbt

Ecco l’Italia di chi vuole una generazione gender fluif

“Love me gender” è il format televisivo prodotto da Stand by me per LaF Tv di Feltrinelli che racconta le storie non convenzionali di coppie italiane ai tempi della gender equality.

I quattro episodi vedono l’attrice e conduttrice Chiara Francini attraversare l’Italia per raccogliere testimonianze sempre diverse ma legate da un filo comune. Il primo episodio, ad esempio, si è intitolato “Famiglia” e ha preso le mosse da una domanda: come sono le nuove famiglie? Sono diverse da quelle dei nostri nonni? A Roma, quindi, Chiara ha incontrato due papà di tre figli, mentre a Modena una famiglia allargata formata da madre e madrigna, padre e patrigno e figli. Infine, la storia di Luca, bambino di 11 anni che fin dalla nascita si sente una ragazza.

Protagonisti del secondo episodio, “Felicità”, sono stati coloro che per raggiungere tale meta hanno dovuto fare i conti con il cambiamento. Stefano, ad esempio, è un crossdresser e, pur essendo eterosessuale, non può fare a meno di vestirsi da donna. A Pavia c’è Gianmarco, avvocato transessuale e, infine, arrivano Samantha e Massimo, la prima intersex, il secondo ex donna.

La terza puntata ha esplorato i cambiamenti che i ruoli hanno subito nel corso del tempo, raccontando la storia di una coppia di Rimini, dove il marito ha scelto di dedicarsi alla famiglia mentre la moglie è dirigente di una azienda, e di una coppia di neo-sposi omosessuali – di notte drag queen – che vivono insieme ad una delle suocere. Infine, Loredana, che dopo essere stata per cinquant’anni Ferruccio – sposato da vent’anni e padre – ha intrapreso il percorso del cambio di genere con l’appoggio della famiglia.

In “Futuro” (quarto episodio), Chiara Francini ha indagato le svariate situazioni oggi possibili in una società fluida, ma che ieri non sarebbero state nemmeno contemplate. Abbiamo così la storia di Francesca di Bologna, bisessuale sposata prima con Simone e poi con Silvia; quella di Ale Crash, lo Youtuber che ha raccontato la sua transizione in rete; Nicolò e Giulia di Padova, coppia lesbo per nove anni che ha poi affrontano la transizione di Nicolò verso il genere maschile, a cui Giulia si è adattata per restare al suo fianco.

Il genere si svuota del suo significato, le categorie paiono non reggere più. Piuttosto che davanti alla modernizzazione di etichette giudicate “obsolete” o non rispondenti alle esigenze dei tempi, sembra di assistere al totale rifiuto di ogni categoria, senso di appartenenza e identità. Le cose si possono cambiare anche in corso d’opera, e ciò è assolutamente normale e non dovrebbe nemmeno destare alcuna domanda.

Mentre l’ironia e la leggerezza sembrano voler ricondurre tutto all’ordine naturale delle cose, è molto difficile non chiedersi se in alcuni casi non si tratti di una moda più che di una reale consapevolezza e quali altri limiti vedremo ancora una volta abbattuti in mezzo alla passiva accondiscendenza generale.

Gina Lo Piparo