La comunità scientifica si spinge ancora più in là con alcuni esperimenti sui maiali: i loro cervelli, riattivati dopo la morte, aprono il dibattito.
La rivista Nature ha pubblicato il risultato del nuovo esperimento scientifico dell’Università di Yale. Un’esperimento eticamente discutibile, che vede protagonisti i cervelli riattivati dopo la morte di 32 maiali.
L’immediata conseguenza dello studio è il “ritorno alla vita”, se di vita si può parlare. In realtà si discute del fatto che anche dopo la morte il cervello dei maiali (e anche di grandi mammiferi come l’uomo) può mantenere la capacità di ripristinarsi.
I cervelli riattivati hanno dimostrato che la cosa è possibile anche a ore di distanza da un arresto circolatorio. Il “materiale” su cui si è eseguito l’esperimento è stato ottenuto da dei macelli e trattato con uno strumento chiamato “BrainEx”.
Iniettando e pompando nei cervelli un sostituto del sangue basato su un mix di sostanze protettive, stabilizzanti e agenti di contrasto, si ottiene il ritorno alla vita di alcune cellule. Adesso si discute di applicare questa pratica anche al cervello umano, ma quali sarebbero le conseguenze?
Sempre di più, dunque, si avverte le necessità di mettere dei paletti per riuscire a dare un’ordine agli esperimenti scientifici, che sembrano sempre di più in balìa del delirio d’onnipotenza.