In vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno, la sinistra scalda i motori e si allunga la lista degli aspiranti candidati.
L’anti Trump? Deve essere progressista, giovane e gay. I Democratici si preparano a sfidare Donald Trump, nelle elezioni presidenziali del 2020. In vista dell’importante occasione di riconquistare la Casa Bianca, sono in molti ad essersi detti pronti a correre per vincere le primarie e diventare il candidato ufficiale del partito.
Dopo una decina di nomi venuti fuori negli ultimi mesi, tutti complessivamente bocciati dai sondaggi, il nuovo coniglio dal cilindro della sinistra americana è Pete Buttigieg. Trentasettenne, sindaco South Bend, sarebbe per molti lo sfidante naturale dell’attuale presidente perché gay. Il giovane pupillo dei radical chic statunitensi ha infatti “sposato” il proprio compagno nel 2015.
Da quando, nei giorni scorsi, Buttigieg ha ufficializzato di essere in corsa per la nomination democratica, i giornali americani hanno iniziato a esaltarne l’immagine, strumentalizzando la sua omosessualità, quasi come fosse garanzia di capacità amministrative. Sono gli stessi giornali che nel 2016 tirarono la volata in ogni dove a Hillary Clinton, “brava perché donna e di sinistra”, ma la storia, come sappiamo, ha avuto un finale diverso.