Dopo il via libera dei giapponesi alla ricerca sugli embrioni-chimera si sta diffondendo la preoccupazione nella comunità scientifica.
Da un mese si parla di embrioni-chimera, ovvero forme di vita uomo/animale. Embrioni che vengono spudoratamente creati in laboratorio mediante l’impianto di cellule staminali umane in animali in fase di sviluppo iniziale.
Le prime pubblicazioni ufficiali su questi embrioni sono apparse all’inizio di marzo, sollevando non pochi interrogativi. Adesso, dopo le nuove revisioni e ricerche, la comunità scientifica comincia ad allarmarsi.
Le cose stanno (come ci si poteva aspettare) prendendo una piega eccessiva. In particolare a preoccupare i bioeticisti sono gli scienziati giapponesi, che stanno cercando di studiare un modo per far crescere organi umani negli animali.
Sulla carta, servirebbe come alternativa al trapianto di organi e per produrre modelli migliori per lo studio dello sviluppo umano e delle malattie.
Nella pratica, però, chi si occupa di bioetica a Kyoto non ci sta, tant’è che in data 4 aprile è stata pubblicata una vera e propria lettera di protesta sulla rivista scientifica Cell Stem Cell, che accusa il Giappone di star lasciando troppo campo libero agli scienziati che giocano a fare Dio.
Gli scienziati hanno infatti il via libera alla creazione di chimere che innestino cellule cerebrali umane nel sistema nervoso animale, portando in territori non solo eticamente inesplorati ma anche pericolosi e vergognosi.
C’è chi ha proposto la creazione di chimere mezzo uomo mezzo scimmia, chi addirittura ha voluto incrociare l’uomo con la pecora e con il maiale. Queste idee non possono che lasciare sgomenti, dato che gli animali potrebbero in qualche modo essere “umanizzati”.
Confondere il confine tra uomo e animale è un’idea mostruosa, ma pare che attualmente le leggi giapponesi non consentano né vietino esplicitamente embrioni chimerici/primati umani. Quali saranno le implicazioni? E dove si andrà a finire?