Non c’è nulla da fare: nessun momento di confronto pacifico può rimanere tale. Così un convegno è diventato teatro di scontro.
Può un momento di confronto sull’identità di genere diventare un disastro strumentalizzato dalle comunità LGBT? Stando a quanto è accaduto a Trento pare proprio di sì: manifestanti e attivisti hanno fatto irruzione violentemente, al punto da scatenare l’intervento della polizia.
Teatro dello scontro è stato un convegno sull’identità di genere organizzato dagli assessori Stefania Segnana e Mirko Bisesti. Si stava discutendo pacificamente sulla cosiddetta teoria gender insieme ad alcuni eminenti relatori, quali l’avvocato Mariastella Paris, giurista per la vita.
Il convegno, che intitolato “Uomini e donne, solo stereotipi o bellezza delle differenze?” è stato subito preso di mira da manifestanti, studenti, attivisti dei collettivi e insegnanti. Insieme ad Arcigay queste persone hanno organizzato una protesta all’ingresso della sede.
Poi, il caos: hanno deciso di entrare prepotentemente all’interno del convegno, dando vita a un sit-in rumoroso con striscioni e megafoni, e hanno reagito violentemente all’invito di accomodarsi fuori fatto dalla polizia, al punto che la situazione è finita a spintoni e provocazioni.
Alla base dello scontro ci sarebbe stata una “mancanza di confronto“: forse perché il confronto non è possibile se non è civile? Chissà se gli attivisti, tra uno spintone e l’altro, ci hanno pensato.