Da Alessandro alla giornalista Mediaset, le storie di chi ha colmato questa carenza, trovando risposte nell’amore di Dio.
“Dio mi ha salvato da un problema. Il diavolo si è insinuato nella mia vita, a poco a poco, facendomi credere di dover cercare la figura di mio padre in un altro uomo“. A parlare è il giovane Alessandro, palermitano, della chiesa Parola della Grazia, che qualche mese fa è stato attaccato duramente sui social dagli spettatori del programma televisivo “Le Iene” per avere raccontato la sua esperienza con Dio e il suo incontro con la fede.
Quello di Alessandro non è un caso isolato. Non è il solo, infatti, ad avere interpellato Dio in un dibattito pubblico. E’ un tema caldo quello dell‘omosessualità, in cui l’ago della bilancia pare pendere più da una parte che da un’altra. Dio esiste, tutti ci siamo chiesti almeno una volta nella vita su come la pensa, chi è o cosa si può trarre da insegnamenti di un libro come la Bibbia, “antico”, ma attuale al tempo stesso. Il problema è che la gente forse lo ha relegato, mettendolo da parte. Definendo tutto questo come “Intollerabile o medioevale”.
Nausica Della Valle, nota giornalista Mediaset, che ha vissuto la stessa esperienza nell’omosessualità per più di quarant’anni, spiega in un’intervista a “Dritto e Rovescio”, condotto da Paolo Del Debbio, su Rete 4, come l’amore di Dio ha fatto luce sulla sua relazione familiare e sull’amore che lei da sempre cercava in altre donne.
“L’omosessualità è una carenza di amore con il genitore dello stesso sesso. La donna verso la mamma e il maschio verso il papà. Io lo cercavo nelle altre donne, l’uomo lo cerca in un altro uomo. Tutti alla nascita siamo distaccati da questo amore di Dio”, continua. “Quando inizi a farti colmare da questo amore, riesci anche a dire quel “ti voglio bene” a persone che non avresti mai immaginato, come è successo a me con i miei genitori”. Alla giornalista, che settimane fa doveva parlare sul tema a Biella, questo congresso è stato annullato dall’Arcigay. “Io non posso dire la mia testimonianza, ma noi dobbiamo sentire quello che dicono loro. Questa è un’altra dittatura”, conclude.