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“NoPhoneDay”: disconnettersi per ritrovare la gioia della realtà

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“NoPhoneDay”: disconnettersi per ritrovare la gioia della realtà

sabato 02 Marzo 2019 - 16:34
“NoPhoneDay”: disconnettersi per ritrovare la gioia della realtà

Oggi dovrebbe essere il “NoPhoneDay”, un giorno senza smartphone. Obiettivo? Ricordarci che c’è una vita oltre la connessione.

Se non ci riuscite oggi, provateci domani. Il 2 marzo è il “NoPhoneDay”, ma tutti dovrebbero passare almeno 24 ore della propria vita senza lo smartphone, per un motivo semplice: l’assenza di connessione significa felicità.

Il “NoPhoneDay” è stato istituito dagli USA, ma si sta diffondendo in tutta Europa. Oggi questa “manifestazione” è arrivata alla sua decima edizione. E di anno in anno potrebbe prendere sempre più piede.

In un momento storico nel quale la dipendenza dai telefonini è una vera e propria malattia diagnosticata, 24 ore senza telefono servono per riscoprirsi. Mentalmente e spiritualmente. Perché i rapporti veri vanno oltre allo schermo del dispositivo di ultima generazione che teniamo tra le mani.

A preoccupare di più per la loro dipendenza da cellulare sono sicuramente gli adolescenti. La Generazione Z (formata dai nati dopo il 1997) è la più assuefatta, perché composta da persone nate quando internet era una realtà consolidata. Si tratta di una generazione afflitta da problematiche morali e spirituali, che consacra la sua vita allo smartphone.

La dipendenza però tocca anche gli over 55, che passano molto tempo connessi e sviluppano patologie e problematiche legate all’uso dei dispositivi mobili.

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