Senza annunciarlo in maniera formale, gli USA starebbero lanciando una campagna per normalizzare l’omosessualità.
Una campagna internazionale firmata USA, ma che di fatto non è stata annunciata a gran voce. Il motivo? Un mistero. Di fatto, però, verrà diffusa nei 71 Paesi del mondo dove l’omosessualità è ancora vietata per legge.
Pare che la campagna globale contro il reato dell’omosessualità sia stata affidata dall’aministrazione Trump a Richard Grenell, ambasciatore americano in Germania apertamente gay.
Di fatto l’iniziativa non è stata annunciata dal dipartimento di Stato. Gli USA agiscono sottovoce, facendo del male a loro stessi e agli altri. Agiscono in silenzio per non provocare la reazione di quei gruppi che hanno sempre sostenuto l’amministrazione.
È stata convocata una riunione (pare sempre in segreto) con alcuni rappresentanti europei delle organizzazioni LGBT, per spiegare il progetto e procedere con diverse strategie per ogni nazione ancora schierata contro i gay.
La vera domanda, però è: perché nascondersi? Perché non prendersi la responsabilità di quella che potrebbe essere un’ulteriore spinta tra le braccia di una normalizzazione omosex? E perché non dare la parola a chi, invece, sostiene che non ci sia alcun bisogno di decriminalizzare questa tendenza? Ai posteri l’ardua sentenza.