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La scoperta shock: bullismo e discriminazioni dentro Amnesty

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La scoperta shock: bullismo e discriminazioni dentro Amnesty

giovedì 07 Febbraio 2019 - 15:45
La scoperta shock: bullismo e discriminazioni dentro Amnesty

Nepotismo, mobbing e due casi di suicidio.

Che fine ha fatto la difesa dei diritti umani? Amnesty International potrebbe finire nei guai. L’organizzazione non governativa, fondata a Londra nel 1961, è da sempre impegnata in gran parte del mondo in battaglie umanitarie di ogni genere. Negli ultimi anni, però, la sua azione si è contraddistinta per iniziative che sembrano abbandonare lo spirito con cui venne fondata da cristiani: sostegno alla depenalizzazione totale dell’aborto e della prostituzione,  propaganda dell’ideologia gender, partnership con associazioni Lgbt.

Ora, all’interno della stessa organizzazione sembrerebbe respirarsi un’aria del tutto diversa. Secondo uno studio realizzato da Konterra Group, riportata dal quotidiano britannico “The Guardian”, per il 70% di coloro che lavorano nella segreteria internazionale, dentro Amnesty ci sarebbe un clima del tutto “tossico”. Non solo. Grazie a delle interviste rimaste anonime, realizzate mediante il supporto di psicologi specializzati, è emerso come la maggior parte degli interpellati sia stato vittima o spettatore di violenza verbale o mobbing da parte dei dirigenti. Ma il paradosso più grande starebbe nella totale assenza di uguaglianza e meritocrazia all’interno della struttura: dentro l’organizzazione vigerebbe un certo nepotismo, aggravato fenomeni di discriminazione e bullismo verso alcuni dipendenti. Insomma, una descrizione che poco ha a che fare con l’immagine che l’ong ha sempre cercato di offrire al mondo

Sempre secondo il Guardian, l’indagine di KonTerra sarebbe partita a seguito di un episodio particolarmente grave verificatosi l’anno scorso: due dipendenti della struttura si tolsero la vita, senza un apparente motivo valido.

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