Un caso di incuria legato alla memoria di Peppino Impastato: il casolare dove fu ucciso è in condizioni pessime.
Un oltraggio alla memoria di Peppino Impastato: il casolare di Cinisi dove venne ucciso nel 1978 sta lentamente ma inesorabilmente cadendo a pezzi, nella totale indifferenza delle autorità competenti.
Sì, proprio il luogo dove il ragazzo che denunciava il capomafia Tano Badalamenti e tutti i suoi complici (noti e non noti) con la sua Radio Aut fu ammazzato, e che ogni anno vede arrivare migliaia di persone che arrivano a porgergli omaggio.
La storia del casolare è fatta di incurie: a pensare al suo mantenimento c’è solo la famiglia di Peppino. Nel 2014 Rosario Crocetta, allora presidente della Regione Sicilia, aveva promesso di requisire l’area. In più, si era impegnato a tutelarla.
Di fatto, però, il casolare è in totale abbandono dal 2015: non è neanche possibile accedervi. Nel 2017 il proprietario aveva firmato un accordo con l’assessorato Regionale dei Beni Culturali e per un breve periodo il posto è rimasto aperto in una fascia oraria precisa. Era anche stato inserito nei percorsi de “I luoghi della memoria”.
Poi, di nuovo la desolazione. E non è cambiato nulla: per questo Giovanni Impastato ha deciso di scrivere al sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo e al governatore siciliano Nello Musumeci.
La struttura è in rovina, il Comune e la Regione non se ne occupano e il proprietario del casolare se ne disinteressa completamente. Un vero e proprio scempio: al momento il luogo è una vera propria discarica.