Disposte misure restrittive per il leader delle opposizioni.
La giustizia venezuelana si è messa in moto. Il Tribunale supremo di Caracas ha comunicato la disposizione di “misure restrittive” per il leader delle opposizioni e autoproclamato presidente pro tempore Juan Guaidò. Su di lui peserebbe la responsabilità delle “proteste che hanno causato gravi danni alle famiglie del Venezuela”. Per il giovane deputato socialdemocratico, il divieto di lasciare il paese, nonché il congelamento di tutti i suoi conti.
Una decisione che suona come un primo atto di repressione da parte del governo “ufficiale”, retto da Nicolas Maduro.
Dal canto suo, Guaidò ha affermato che la decisione del Tribunale non cambierà il programma delle proteste: “Non è che sottovaluto la possibilità di finire in prigione, ma disgraziatamente non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Il regime non dà risposte ai venezuelani, l’unica risposta è la repressione e la persecuzione. Non si tratta – ha proseguito il dissidente – né di una nuova minaccia contro di me, né di una nuova minaccia contro questo Parlamento. Noi rimaniamo qui, nella sede della sovranità popolare, cercando di dare risposte alle aspettative della gente”.