Un’operazione impegnativa, un’indagine lunga che ha dato i suoi frutti nella lotta alla mafia nigeriana: sgominata una banda nel catanese che operava proprio all’interno del Cara di Mineo, centro di accoglienza per i richiedenti asilo che da diversi mesi fa parte della lista delle strutture che il ministro dell’Interno Matteo Salvini vorrebbe chiudere.
Ad accorgersi dell’infiltrazione mafiosa all’interno della struttura è stata la polizia di Catania, che svolgendo accurate indagini ha verificato l’attuarsi criminoso di delitti contro le persone e contro il patrimonio. In più, sottolinea la procura, la cellula mafiosa svolgeva attività di spaccio e produzione di stupefacenti.
Negli ultimi tempi i delitti si erano fatti sempre più palesi anche per via dello scontro tra comunità straniere: la mafia nigeriana lavorava per distruggere e assoggettare i nemici, il tutto sfruttando molti degli ospiti del Cara di Mineo, che venivano coinvolti e costretti al silenzio.
A operare, nello specifico, era l’organizzazione criminale chiamata Supreme Vikings Confraternity, diffusa in tutta Italia e sempre pronta a sfruttare i più deboli. All’interno del Cara di Mineo era attiva una cellula le cui operazioni si estendevano a tutta la provincia catanese.
Negli giorni scorsi la procura ha disposto 19 fermi per reati di vario tipo: da quello di associazione mafiosa alla violenza sessuale, passando dalla droga e dalla detenzione (e vendita) di armi.