Un attacco velato a tutti i cristiani?
L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ha lanciato una nuova campagna contro i medici obiettori di coscienza. Lo slogan scelto per i cartelloni è “Testa o croce? Non affidarti al caso”, dove a rappresentare la “testa” è il camice di un medico, mentre la “croce” è un richiamo esplicito ai cristiani.
L’intento dell’associazione sembra essere quindi abbastanza chiaro: le ragazze che si affidano alle cure di un ginecologo dovrebbero conoscere preventivamente le convinzioni morali e religiose del medico. Per gli atei, il “rischio” più grande è che lo specialista possa impedire o intralciare un eventuale proposito delle donne ad interrompere volontariamente una gravidanza.
Ma ciò che emerge immediatamente è l’assoluto legame che si vuole sottolineare fra fede cristiana e fanatismo, integralista e radicalizzato. Una teoria, questa, che non trova riscontro nei numeri riferiti al nostro paese: il 70% dei medici italiani sostiene che l’essere obiettore di coscienza non derivi da convinzioni esplicitamente religiose ma da consapevolezze scientifiche. Di fatti, sulla stessa linea è la disciplina in vigore, che non obbliga il medico obiettore a praticare l’aborto, né va a sindacare sulle motivazioni che portano il medico a rifiutarsi.