La scoperta dell’Università del Vermont
Basterebbero pochi spinelli per alterare la struttura del cervello. Lo affermano i risultati di una recente ricerca realizzata dall’Università del Vermont, negli Stati Uniti.
Secondo quanto emerso dallo studio portato a termine dai ricercatori americani, l’uso anche sporadico di cannabis andrebbe a danneggiare permanentemente alcune regioni del cervello. Si tratta dell’amigdala e dell’ippocampo specializzate nella conservazione dei ricordi e nella gestione delle emozioni.
La scoperta riaccende così il dibattito sul tema delle droghe definite “leggere” e sulla loro possibile legalizzazione. In Italia, proprio in questi giorni, alcuni parlamentari del Movimento 5 stelle hanno presentato al Senato un ddl che si propone di rendere lecito l’uso di cannabis e di altre sostanze affini. La proposta però potrebbe finire ben presto nel cestino: già arrivato lo stop da parte del vice premier Matteo Salvini e da gran parte delle forze politiche presenti in Parlamento.